Black hat SEO: Le tecniche di posizionamento “Black”
La black hat SEO è una pratica contro le linee guida dei motori di ricerca, è utilizzata per ottenere un posizionamento del sito più elevato nei risultati di ricerca. Queste tattiche non etiche aiutano a posizionarsi in fretta ma spesso finiscono con una penalità da parte dei motori di ricerca.
Essere nei primi risultati di ricerca è fondamentale per la crescita di un business, sopratutto quelli online come ecommerce, blog ecc.
Ma esiste un modo giusto e sbagliato di fare SEO. L’arte oscura della black hat SEO cerca di aggirare gli algoritmi dei motori di ricerca, piuttosto che pensare a creare contenuti su misura per l’utente finale. Invece di guadagnare il diritto di posizionarsi in alto nelle pagine dei risultati dei motori di ricerca, la black hat SEO utilizza tattiche losche per arrivarci. L’uso prolungato delle tecniche black hat potrebbe penalizzare il posizionamento del tuo sito a lungo termine.
Black hat SEO vs White hat SEO
Lo scopo di motori di ricerca come Google è quello di fornire i risultati migliori quando qualcuno completa una ricerca. Vogliono che le persone abbiano un’ottima esperienza di ricerca e si assicurano che i risultati che forniscono non includano spam. Questa scrematura è fatta automaticamente attraverso i loro algoritmi o tramite azioni manuali che mirano a riconoscere e penalizzare chi sfrutta tecniche di black hat SEO.
Gli algoritmi dei motori di ricerca sono stati migliorati drasticamente nel tempo, motivo per cui dovresti evitare la black hat SEO a tutti i costi. La white hat SEO è un metodo molto migliore per eseguire l’ottimizzazione dei motori di ricerca. È un approccio più etico che rispetta i termini e le linee guida stabiliti dai motori di ricerca. La white hat SEO consiste nel creare contenuti di qualità e una migliore esperienza utente complessiva per le persone che visitano il tuo sito.
In Questo articolo ti spiegherò quali sono le tecniche black hat in modo da poter essere sicuro di evitarle quando lavori sul posizionamento del tuo sito.
Le tecniche SEO Black hat
Keyword stuffing

Il keyword stuffing o l’eccesso di parole chiave, si riferisce alla pratica di riempire i tuoi contenuti con parole chiave non pertinenti nel tentativo di manipolare il posizionamento della pagina in più risultati di ricerca. L’aggiunta di più varianti della parole chiave principale che non aggiunge un reale valore crea un’esperienza negativa per gli utenti. Potrebbe anche posizionare la tua pagina per query irrilevanti.
Google descrive il keyword stuffing in questi modi:
- Elenchi di numeri di telefono senza un sostanziale valore aggiunto
- Blocchi di testo che elencano città e stati per cui si sta tentando di posizionare una pagina web
- Ripetizione delle stesse parole o frasi così spesso che suonano innaturali, ad esempio:
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Sembra un disco rotto, penso che anche tu sia d’accordo con me. È abbastanza facile per Big G individuare questi tipi di contenuti innaturali.
Potresti aver sentito la battuta “un copywriter SEO entra in un bar, grill, pub, pub irlandese, barista, bevande, birra, vino, liquori …“. Questa battuta ironizza proprio sulla tecnica black hat del keyword stuffing, ed è un altro esempio perfetto. Le parole sono tutte simili e correlate tra loro, ma non hanno alcun valore in quanto non hanno significato una volte ficcate a forza in una frase.
Piuttosto che riempire i tuoi contenuti con parole chiave non pertinenti, concentrati sulla creazione di contenuti utili per i tuoi visitatori.
Cloaking
Il cloaking consiste nel mostrare ai motori di ricerca un contenuto diverso da quello che viene visto dagli utenti, questa pratica consiste nell’inserire delle stringhe di codice all’interno di una pagina in modo da rilevare l’indirizzo IP e cambiare il contenuto della pagina in base alla città o alla nazione
Viene usato spesso per nascondere lo spam ai motori di ricerca o per posizionarsi su più parole chiave anche se irrilevanti con il contenuto.
Tuttavia ci sono alcuni casi in cui il cloaking è consentito, ad esempio, potresti usarlo per cambiare la lingua di una pagina in base al Paese da cui qualcuno sta visitando. Un editore come Forbes potrebbe modificare gli annunci che compaiono su una pagina al fine di finanziare il loro contenuto. Questi esempi sono completamente accettati da Google.
Sebbene non vi siano regole chiare per determinare ciò che è accettabile e cosa non lo è, il mio miglior consiglio è di chiederti, Questo contenuto è utile per gli utenti? Se lo è, allora è accettabile. Dovresti trattare i robot dei motori di ricerca come qualsiasi altro utente del tuo sito
Reindirizzamenti subdoli
Un reindirizzamento o redirect comporta l’invio di qualcuno a un URL diverso da quello su cui inizialmente ha fatto clic. La black hat SEO utilizza i redirect 301 al di fuori dello scopo per cui sono destinati. Sulla stessa linea del cloaking, ciò potrebbe includere il redirect di un crawler del motore di ricerca su una pagina e tutti gli altri utenti su un’altra pagina.
Un altro esempio è il reindirizzamento di una pagina altamente autorevole con molti backlink in un’altra pagina non pertinente, solo per aumentare la sua posizione nei risultati di ricerca. Un redirect 301 passa la maggior parte della domain authority da una pagina all’altra. Ciò significa che qualcuno che chi pratica black hat utilizza i redirect esclusivamente allo scopo di manipolare i risultati di ricerca.
I reindirizzamenti devono essere utilizzati solo per lo scopo per cui sono stati progettati, ovvero nel caso in cui cambi dominio dell’intero sito web o l’url di una singola pagina.
È accettabile anche utilizzare JavaScript per reindirizzare gli utenti in alcune occasioni. Ad esempio, LinkedIn ti reindirizza al profilo completo di qualcuno quando sei connesso, piuttosto che mostrarti la versione pubblica di un profilo utente quando sei disconnesso.
Contenuti di scarsa qualità
Anche i contenuti di scarsa qualità che non hanno alcun valore per l’utente sono una pratica comune nella SEO black hat. Ciò include anche i contenuti copiati da un altro sito web o autogenerati da un bot.
Fino a qualche anno fa i motori di ricerca come Google non erano bravi a riconoscere i contenuti copiati da altri siti web. Con l’aggiornamento di Google Panda nel 2011 ha risolto questo problema. Molti siti con contenuti copiati hanno subito un duro colpo nelle SERP di Google. Da allora, Google è migliorato molto nel riconoscere contenuti duplicati e di bassa qualità.
Anche l’aggiunta di parole chiave invisibili ai tuoi contenuti è una pratica proibita. Alcuni siti Web che praticano black hat SEO lo fanno rendendo il testo dello stesso colore dello sfondo della pagina. Ciò significa che la pagina potrebbe apparire nei risultati di ricerca per quelle parole chiave invisibili, anche se non ci sono contenuti visibili su di esse nella pagina. Quando un utente fa clic sul risultato pensando che si tratterà dell’argomento che ha cercato, non trova alcun contenuto utile per lui. Se stai rispondendo ad una domanda dell’utente, non dovrebbe essere necessario nascondere i contenuti del tuo sito web.
C’è un altro metodo chiamato ‘”bait and switch” che serve per fuorviare i motori di ricerca. Ciò comporta la creazione di contenuti che circondano un argomento per cui si desidera posizionarsi. Una volta che la pagina è classificata nei risultati per questo argomento, il contenuto viene sostituito con qualcos’altro. Questo crea un’esperienza negativa per gli utenti in quanto il contenuto per cui fanno clic non esiste più.
Scrivere contenuti originali e di qualità è una parte importante del SEO white hat. Non solo è necessario per evitare una penalità dai motori di ricerca, ma distinguerà anche il tuo sito web. La creazione di contenuti di alta qualità crea fiducia negli utenti finali e trasforma i visitatori in clienti.
Link a pagamento
I motori di ricerca come Google vietano severamente l’acquisto e la vendita di link. Dichiarano sul loro sito web che “qualsiasi link destinato a manipolare PageRank o il posizionamento di un sito nei risultati di ricerca di Google può essere considerato parte di uno schema di link e una violazione delle Linee guida per i webmaster di Google“. Ciò include anche l’eccessivo scambio di link.
Dovresti evitare di pagare qualsiasi altro sito per linkare i tuoi contenuti. Google chiede agli utenti di comunicare loro casi di persone che acquistano o vendono link tramite questa pagina. Dichiarano che penalizzeranno sia l’acquirente che il venditore di link una volta rilevata la pratica.
Se stai leggendo questo dopo aver già acquistato dei link senza sapere che questa è una tattica black hat, dovresti rimuoverli il prima possibile. Puoi utilizzare il Disavow Tool di Google per far si che non si tenga conto di quei link durante il calcolo di Pagerank.
Abuso di dati strutturati / rich snippet
I dati strutturati sono anche noti come rich snippet. Ti consentono di cambiare la modalità di visualizzazione dei tuoi contenuti nelle pagine dei risultati dei motori di ricerca. Distingue i tuoi contenuti dai concorrenti e ti dà anche più spazio nelle pagine dei risultati. È possibile aggiungere dati strutturati a una pagina che mostra un podcast, una ricetta, un libro o altri prodotti e servizi. Lo schema markup delle recensioni è probabilmente uno dei tipi più popolari di rich snippet.
La Black Hat SEO prevede l’inserimento forzato o inadatto di informazioni in formato di dati strutturati per ingannare i motori di ricerca e gli utenti. Ad esempio, qualcuno che pratica black hat SEO potrebbe assegnarsi cinque stelle con un sistema di recensioni false e aggiungere dati strutturati in modo da aumentare la visibilità nelle SERP. Questa è una pratica molto rischiosa in quanto motori di ricerca come Google incoraggiano gli utenti a segnalare i siti web che utilizzano in modo improprio i rich snippet.
Ecco un esempio di abuso di rich snippet:

Spam nei commenti dei blog
Come suggerisce il nome, questa tecnica black hat prevede l’inserimento di un link al tuo sito web nella sezione commenti dei blog. Questa pratica si verifica meno spesso al giorno d’oggi poiché i motori di ricerca come Google hanno aggiornato il loro algoritmo per scartare qualsiasi link nei commenti dei blog. La maggior parte dei blog autorevoli rendono automaticamente nofollow i link nei commenti. Ciò significa che i motori di ricerca come Google non seguono il link né il link passa alcuna link juice.
Nonostante siano rimasti in pochi a fare questa pratica, troverai ancora un sacco di persone disposte a spammare il tuo sito nei loro gig di Fiverr. Commentare blog, con link diretti al tuo sito web è un metodo spam per ottenere link facili al tuo sito web, consigliamo vivamente di evitare questa pratica.
Se possiedi un blog, un forum o una community che consente i commenti, devi fare attenzione, assicurati che la sezione commenti non possa essere spammata da bot o persone. I motori di ricerca come Google ridurranno o rimuoveranno completamente le pagine contenenti spam dai risultati di ricerca. L’uso di uno strumenti anti-spam gratuito come il reCAPTCHA di Google è un modo perfetto per limitare il rischio di riempire la tua pagina di link spam.
Link farms
Una Link Farm è un sito web o una raccolta di siti sviluppati esclusivamente allo scopo di creare backlink. Ogni sito web si collega al sito o ai siti che desiderano posizionarsi più in alto sui motori di ricerca. Sapendo che il numero di backlink rientrai tra i 200 fattori di posizionamento di Google i SEO specialist che usano metodi black hat sfruttano questa situazione utilizzando le link farm per gonfiare il numero di backlink di un determinato sito.
Le Link Farm hanno spesso contenuti di bassa qualità e molti link. I link normalmente contengono la parola chiave per la quale il sito deve essere posizionato nell’anchor text. I motori di ricerca come Google sono in grado di rilevare facilmente le link farm e il loro utilizzo dovrebbe essere evitato. Piuttosto, ti incoraggio a usare tattiche SEO white hat come la creazione di contenuti, grafiche, dati, interviste o qualsiasi altro contenuto che ti permetta di acquisire backlink in modo naturale.
Network di blog privati
Un network di blog privati (PBN) è un gruppo di siti web autorevoli utilizzati esclusivamente per la creazione di backlink. Sono simili alle link farm in quanto entrambi mirano a incrementare il numero di link che puntano a un sito web. Ogni sito del PBN linka verso il sito che desidera migliorare nei risultati di ricerca ma non si linkano l’uno all’altro.

I SEO specialist Black Hat che desiderano costruire un network privato acquistano normalmente domini scaduti che hanno già una buona autorità. Scrivono contenuti simili a quelli già esistenti sul dominio prima della scadenza e aggiungono link al proprio sito. Sperando che i motori di ricerca non notino che si tratta di un network di blog privato. Questo metodo abbastanza borderline è molto diffuso perché aiuta parecchio ad aumentare il posizionamento.
I motori di ricerca sono diventati più abili nello scovare i PBN e il tuo sito potrebbe essere colpito con una severa penalità se utilizzi PBN per migliorare il tuo posizionamento. Piuttosto che sforzarti nel creare più siti, concentrati sulla creazione di contenuti di qualità nel tuo dominio principale. Un sito ampio con tanti contenuti sarà più autorevole che tanti siti con pochi contenuti.
Esempi di Black Hat SEO
Groupon e il bait and switch
Groupon è stato accusato di fare bait and switch da San Francisco Comprehensive Tours. La compagnia di tour ha lanciato una promozione con Groupon ma il sito web dei voucher ha continuato a pubblicizzare la promozione su Google molto tempo dopo la sua conclusione. Quando gli utenti hanno fatto clic sulla pagina di Groupon non è stato trovato alcuno sconto in quanto i contenuti sono stati modificati.
I link black hat di J.C. Penney
J.C. Penney si è posizionato in cima ai risultati di ricerca per un vasto numero di parole chiave da “skinny jeans” a “home decor“. Le eccezionali prestazioni della catena di grandi magazzini statunitense sono state realizzate grazie alle tecniche di linkbuilding black hat, che però sono scivolate sotto il radar di Google.
Doug Pierce ha scoperto poco più di 2.000 backlink. Questi link contenevano anchor text con le stesse parole chiave che J.C. Penney voleva classificare sui motori di ricerca. Molti dei link sono stati trovati su siti web non pertinenti. Gli argomenti di questi siti web variavano dai casinò alle automobili.
Google ha confermato che le azioni di J.C. Penney sono andate contro le linee guida per i webmaster e ha rivelato di aver violato anche le linee guida anche in tre occasioni precedenti. J.C. Penney ha ricevuto una penalizzazione da Google che li ha visti cadere di circa settanta posizioni su Google per termini come “living room forniture“.
Perché dovresti evitare la Black Hat SEO
La SEO black hat non è illegale, viola solo le linee guida per i webmaster stabilite dai motori di ricerca. Ciò significa che se usi delle strategie di black hat SEO, devi essere disposto ad essere colpito con una brutta penalità come punizione. Ottenere una penalità dai motori di ricerca farà crollare il tuo sito web nei risultati di ricerca o, peggio ancora, potrebbe essere rimosso completamente. Ciò significa che il tuo sito web riceverà meno traffico e, in definitiva, meno clienti.
I motori di ricerca sono diventati sempre più bravi a individuare le tecniche SEO black hat. Oggi essere scoperti è praticamente inevitabile. Anche se potrai avere ottimi risultati in poco tempo i motori di ricerca si accorgeranno delle violazioni delle linee guida penalizzando il tuo sito.